Discussione su questo Post

Avatar di User
Avatar di Alma Gattinoni

Nel terzo capitolo, all'inizio, c'è una promessa temporale che riguarda il solitario. Fa parte del patto con il lettore. "Sapere, restare turbati, reagire". Una cerniera con la fine della seconda puntata, giocata sul diverso atteggiamento di fronte alla scrittura del solitario e dell'artista, è il nuovo confronto tra i due, spostato sul disegno. L'artista espone il suo lavoro, il solitario lo lascia al chiuso, "al buio dei suoi quadernetti", come i libri non scritti che rimarranno "nella testa, non altrove", perché non si fida a condividerli con nessuno. Ecco come l'autore si aggancia al film che i quattro hanno visto insieme al Supercinema: attraverso un disegno di Charlie Brown e un appunto su una frase. La frase di Ricky Fitts, l'eccentrico ragazzo voyeur che filma con telecamerina dalla finestra di fronte, è il momento decisivo, che ha turbato il solitario, molto più delle scene erotiche. La sua psicologia si chiarisce man mano: è distratto dalla curiosità per ciò che provano i suoi compagni davanti al film. E poi trascrive la frase in un climax di autoconsapevolezza, "come se dovesse capirla, o capire se l'ha capita, come se dovesse capire, se capendola, può condividerla". Anche l'artista è ben indagato nella sua convinzione che "possiamo erotizzare tutto" ed è "più eccitato dal suo sogno d'artista che da una qualunque scena di sesso". I loro sedici anni nel film vedono un futuro potenziale grottesco: non possono identificarsi con il protagonista. La ragazza sentenzia di fronte ai tre compagni: "tutti sembrate dei disperati", ma i tre non si vedono rispecchiati in quel personaggio di maschio. In questa terza puntata emerge con forza la dimensione spiazzante del futuro, impresagibile. Il futuro del solitario e di Schulz, ignari di una morte che avverrà di lì a 34 giorni e quello di Kevin Spacey, che non sa che vincerà l'Oscar per l'interpretazione di Lester, ma che 17 anni dopo verrà travolto dal sesso come il suo personaggio.

Expand full comment
Avatar di Mario Massimo

Si precisa sempre meglio (ma occorre rileggere le puntate in sequenza: et pour cause, non siamo a Beautiful) la simmetria fra i personaggi della realtà narrata e quelli del film. Si avverte, come un basso continuo, il tema del sesso: delle parole da usare per dirlo (forse, il problema è "dirlo"?). Continua, vertiginoso, il gioco prestigiatorio con il tempo: insomma, ci stiamo divertendo...

Expand full comment
Ancora 10 commenti...

Nessun post