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Avatar di Alma Gattinoni

Vediamo se ho capito. L'incursione nel presente, che fin dall'inizio hai previsto come ingrediente dell'esperimento, prende spunto dall'odierno uso online di erotismo artigianale-tascabile, che ha radici in cinquantenni imprenditori arcinoti di oggi, giovani quando i protagonisti sedicenni del romanzo erano alle prese con i loro confusi progetti. Quando i quattro hanno visto American Beauty c'è una scintilla che li avrebbe proiettati nel futuro? Forse quel filmare dalla finestra di fronte, mettere un obiettivo, una lente tra il proprio occhio e il corpo di un'altra? È però un punto ancora da sviluppare. I seduttori digitali di oggi sono invischiati anche in quel mercato dell'effimero, quel "suk universale", altra promessa di un potere pericoloso, ma dai piedi di argilla. Altro spunto di possibile sviluppo. Importante notare che l'assunto da cui sei partito, cioè lavorare sui presagi di allora rispetto al futuro, da parte di uno scrittore onnisciente (perché ha già vissuto gli anni dopo l'adolescenza dei suoi personaggi e implicitamente della sua) è per ora ribaltato: difficile, se non impossibile, per i quattro immaginare il futuro non solo delle loro scelte, ma anche degli strumenti tecnologici a loro disposizione e l'influenza perturbante nella loro vita di adulti. Il dialogo tra il solitario e l'artista (che esce dalla sua categoria di attore, per la velleità di scrittore e che da aiutante lettore del solitario si rivela antagonista) racconta bene la sofferenza del confronto tra due identità in crescita.

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Avatar di Maria Rosa Frigerio

Come non provare una specie di vertigine nel ritrovarsi prima della esplosione dei cellulare dei social net work di Amazon nell'impossibiltà di immaginarla?

Sentimenti e pensieri dei giovani possono essere rimasti gli stessi dei protagonisti?

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