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Avatar di Claudia Lucca

Quante sorprese in questa nuova puntata! Quanti regali di cui ringraziare! E il desiderio già pronto su un festival a Carpi. Che bello sarebbe esserci all’ultima puntata ascoltata in diretta. Esserci magari con Alma, con Mario, con Pietro… con quelli di cui non conosco i nomi ma che stanno leggendo con me questo romanzo. E la puntata di oggi mi ha aperto un nuovo orizzonte. Non saprei bene definire, ma mi sembra di vedere qui quel “nucleo saggistico nello spazio del romanzesco” di cui l’autore parla in un suo recente e bellissimo racconto. Una digressione? No. Almeno, non per me. L’articolo cui pensa il solitario seduto al banco me lo sono ingrandito e letto. Così quello nelle colonne vicine. E le parole sono diventate riflessione sul passato e sul futuro. Quante paure allora - e quante paure oggi con l’IA. Quante profezie dolorosamente avveratesi, ma anche quanti esiti del tutto imprevedibili. In questa sorta di iper-romanzo multimediale l’incursione nel territorio del saggio mi offre l’occasione per stare seduta di fianco al solitario, per dirgli che fa bene a lasciar perdere le sue elucubrazioni sul peso della tecnologia nel futuro del pianeta. L’uomo riuscirà a rimanere umano, anche se a fatica. Gli suggerirei di continuare a fare il palombaro, ma dentro di sé, per ascoltare i frammenti sparsi di una memoria adolescente e per raccontare quale verità gli abbia dischiuso quella strada di montagna. Poi però, consegnato il tema, gli direi: “E chiedigliela. Chiedile la traccia scelta. Parlale“. Forse si deciderebbe ad aprirsi a quella lei che nemmeno una gita di classe a Barcellona (ormai conclusa, valigie disfatte, spalle basse) gli ha fatto davvero avvicinare. Se lo facesse lui, forse anch’io potrei credere nel mio desiderio.

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Avatar di Pietro Di Gennaro

In ritardo ma ne valeva la pena, nell'email per tutta la giornata di venerdì non l'ho trovata mentre il mare di spam a cui mi sono iscritto negli anni, invece sempre lì presente, i giornalieri, i settimanali. Ma di 1999 niente. Mi sono preoccupato, devo dire la verità ma stamattina mi sono tranquillizzato. Devo dire, tanto è la verità comunque, questa puntata è molto più ragionata e sapevo che il tema in classe sarebbe arrivato, cos'altro manderà avanti la storia di lei e di lui se non la scrittura? Sì le letture, la relazione a tre, a quattro, ma la scrittura. E sono sicuro, almeno lo spero, salteranno fuori i diari, il diario di lei, il suo mondo, nel tema, nei temi, nelle confessioni con se stessa. Nei sogni e nei desideri che si fanno parola. Ragionato, tanto ragionato. Sembrano oggi sull'IA gli stessi discorsi di allora su internet. Oggi sarebbe il caos fermare internet, domani sarà il caos spegnere l'IA che ci controllerà tutti. Ma loro, noi, a 16 anni, che ragionamenti facciamo? Forse è una bella idea, a me la differenza è piaciuta tanto, tantissimo, quella del sabato libero invece del venerdì lavorativo. Io sto pensando che il 25 abbiamo la pizzata della nostra VF che festeggia i 40 anni dal diploma, tutti maschi in quell'aula del Galilei, per l'elettronica che non abbiamo mai visto, per i torni a controllo numerico imballati che nessuno sapeva usare, per una lei che non c'è mai stata in classe e tutti cercavamo fuori dalla scuola. Quella sera, come ad ogni nostro ritrovo, con compagni che vengono dall'estero per rivedersi, parleremo dei nostri temi in classe e se non le lacrime, perché siamo maschi adulti e alcuni già nonni esperti, le risate saranno intrise di questa dolce, amara, sublime mestizia che questa puntata mi ha regalato con la forza della ragione, con l'idea universale di essere protagonisti della nostra vita riflessa nello spazio tempo di uno specchio di parole che sono come quel sentiero di montagna del video, la via dell'emozione dei sensi, tutti insieme, vero Claudia? Grazie Paolo per questo viaggio che ci fa volare.

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