Prima dell'ultima tappa
Materiali e arretrati
In ritardo, ma come promesso:
Un video
in cui faccio qualche riflessione ulteriore sull’esperimento e sulla interazione con chi lo sta seguendo attivamente.
Gli audio
alcune puntate precedenti. Sono ancora un po’ indietro… ma arriveranno!
III 3-4 “Il mondo com’era alla fine del Ventesimo secolo”; “L’ultimo capodanno”
IV 1 “Il tema”
IV 2 “La nostalgia del presente che ti muore fra le mani”
Una playlist
realizzata da un amico scrittore e animatore culturale, Stefano Bon, con alcune delle più belle canzoni del 1999. Qui! Ottima colonna sonora…
Tutte le puntate
precedenti si recuperano invece qui
Un bonus, intorno a “Mr Gwyn”
“Una luce è giusto uno spicchio di una storia. Se c'è una luce che è come lei, ci sarà anche un rumore, un angolo di strada, un uomo che cammina, molti uomini, o una donna sola, cose del genere. Non si fermi alla luce, pensi a tutto il resto, pensi a una storia. Riesce a capire che esiste, da qualche parte, e che se lei la trovasse, quello sarebbe il suo ritratto? Il vecchietto fece un gesto dei suoi. Assomigliava a un vago sì. Rebecca sorrise. - Jasper Gwyn diceva che tutti siamo qualche pagina di un libro, ma di un libro che nessuno ha mai scritto e che invano cerchiamo negli scaffali della nostra mente. Mi disse che quello che cercava di fare era scrivere quel libro per la gente che andava da lui. Le pagine giuste. Era sicuro di poterci riuscire.”
Alessandro Baricco, “Mr Gwyn”
Da un po’ di tempo parlo con me stesso e, quando capita, con qualche interessato della possibilità di inventare qualcosa, non dico di nuovo ma di diverso nel contesto dei festival letterari. Che necessariamente ripetono, con quasi immutato successo ma forse con meno efficacia, la formula inevitabile dell’incontro con l’autore.
Al Festival del Pensare Contemporaneo a Piacenza ho trovato i complici giusti per un’impresa curiosa. Un piccolo spazio teatrale, la luce lieve o “infantile” di qualche lampadina, quattro tavolini. L’ispirazione viene da un romanzo di Alessandro Baricco, “Mr Gwyn”. Uno scrittore decide di smettere di scrivere. O almeno, di scrivere libri. Affitta uno spazio, lo illumina quel poco che basta, lascia entrare alcuni sconosciuti, li osserva a lungo. Poi scrive: un ritratto a parole.
“Li guardava. Per molto tempo. Finché vedeva in loro la storia che erano”.
Strano, faticoso, emozionante. Oltre centoventi persone si sono prenotate. In quattro siamo riusciti a realizzare, ovvero a scrivere, in tempo reale una trentina di ritratti. Si è creata una intimità irreale, come in una performance di Marina Abramovic. Una confidenza fra estranei. Piccoli dettagli, confessioni. Anche lunghi silenzi. Bambini in braccio. Nonne pignole che rivorrebbero indietro un po’ di tempo per sé. Ex ragazze idealiste. Padri che amano andare a pesca con i figli. Una figlia cresciuta che vorrebbe chiedere a sua madre: mamma, come sto andando? Ma non può arrivare risposta. In quel silenzio sospeso, si sono affacciati anche diversi spettatori. Si sono limitati a osservare. Forse hanno colto la misteriosa intensità dell’esperimento. Mi è tornata in mente quella frase di Harper Lee che dice: quasi tutte le persone sono simpatiche, quando si riescono a capire.
Mi è sembrato che, nella serietà di un gioco, fosse annidata un’indicazione tutt’altro che retorica. E osare, fare qualcosa di diverso, rompere uno schema, mettersi in gioco senza il pilota automatico non è poco.






Che bello! Grazie! Grazie del video (su cui rifletterò ancora perché tocchi punti su cui bisogna darsi il tempo di riflettere), grazie dei vocali, della playlist, delle parole del MrGwyn di Baricco (lo lessi appena uscì e mi rimase dentro, impigliato a troppe domande), grazie del nuovo esperimento del ritratto in parole dal vivo, possibile solo se c’è vera attenzione, vero interesse per chi si ha di fronte. Grazie della lettera a noi tuoi lettori, lettera di cui aspettiamo con emozione le ultime importanti facciate.
Ad un certo momento Cioran vuole conoscere il suo lettore, quindi invita a casa sua quella che gli scriveva tante lettere. Lo fa di notte, lui è da solo. La lettrice è una vecchia, ed è pazza e lo spaventa. Superato il momento, lui ci scherza sù.
Penso che a te sia andata meglio😜.