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Avatar di Alma Gattinoni

Una puntata esemplare, emozionante, lucida, coesa. Più che di "ricezione", parola troppo tecnica, qui si tratta di "ricevere", non solo una lettera, ma tutto quello che accade prima e dopo. Un altro colore del caleidoscopio del Tempo, che attraversa tutto il romanzo, coinvolgendo personaggi, autore, lettori e lettrici. Colore che qui trova una perfetta adesione alla trama, in questa storia quasi alla fine, scritta attorno a una lettera cartacea, offerta sullo schermo digitale, anzi "ricevuta" sussurrata dall'autore in ore notturne, con un gesto intimo, che mima l'esclusività commovente del tempo donato, dedicato ad altri, gratuito, messaggio sotterraneo della prima pagina (e forse di tutto l'esperimento). Il Solitario, dopo tanti ripensamenti, ha compiuto quel gesto, rivolto solo a Lei, ha saputo dichiarare l'amore che prova da tempo, con parole che la scaldano, la fanno arrossire, ancor prima di leggerle le pervadono il corpo, fino ai "polpastrelli umidicci" e le regalano "il piacere dell'attesa". Come scrive il Solitario, campione di una giovinezza alla prima esperienza della sua educazione sentimentale? In modo "imprudente, ridicolo, maestoso". Nella triade di aggettivi c'è già tutta la gamma di sentimenti impacciati ma intensi. E come è la "sua" attesa? "Carica di ansia, elettrica e nervosa". Per spiegarla meglio, l'autore si rivolge al mago Flaubert, maestro nel dilatare il tempo, nel raccontare un personaggio nel suo "orizzonte d'attesa", nel desiderio, vissuti come le esperienze migliori di una vita, al di là delle realizzazioni. Così sperimenta il Solitario: soffre e gode nell'immaginare il "film" che forse accadrà, lo proietta sull'armadio della cameretta e l'immaginazione lo guida a riflettere con tutto il corpo su "l'attesa dell'attesa di baciarsi". Un magistrale, dettagliato reportage di questa avventura, prima ancora che sia avvenuta, prelude all'arrivo della telefonata di Lei. Una telefonata che inizia con l'ammissione di un'attesa che dura da tanto tempo.

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Avatar di patrizia
Sep 20Modificato

Oso dire che questa puntata sia dedicata all'attesa, quasi esclusivamente ad un attesa che inizia dall'emozione di aprire la famosa lettera, finalmente consegnata e non bruciata alla Lei , da parte del solitario. La decisione nella consegna rende il tutto terribilmente unico e seguito da un'atmosfera che fa sentire speciali e non soggetti alle solite distratte attenzioni, anche usuali, se vogliamo, quasi incredibili nella consapevolezza di essere i soli destinatari. L'attesa continua nelle mani di Lei, che ha paura persino di macchiarla, cancellando le parole, con le mani umidicce, per l'ansia di leggerla e di conservarla integra...è talmente preziosa, leggo il suo pensiero. Entusiasmante il paragone con " L'educazione sentimentale" di Flaubert, indovinata con l'aspettativa di un lui che attende arrivi la donna con il quale ha appuntamento e ritarda. Eccoci di fronte ad un'altra attesa , descritta in modo superbo, rivolta ai minuti che non passano mai, a quei minuti che sembrano ore, che creano ansia e dubbi sull'arrivo a un appuntamento importante. Ritroviamo l'attesa del solitario che aspetta la telefonata della Lei, e conta i minuti necessari per leggere una lettera. Ancora un'attesa, quella del lettore , per la prossima puntata. Abile lo scrittore nel sottolineare e creare queste pause, l'anima sospira e sogna... mentre attende

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